La mala del brenta di Felice Maniero. Una piccola storia.

 

La mala del brenta è stata la prima mafia autoctona del settentrione. Felice Maniero, ex-boss del clan, dopo aver saccheggiato e spacciato droga per tutto il Veneto, un giorno decise di pentirsi. Oggi vi racconto la Mala del Brenta.

Questo articolo lo dedico alle persone che, per loro sfortuna o fortuna dipende da loro, hanno avuto la pazienza di ascoltare la mia storia.

Una piccola storia

 

Prima di trasferci a Fano, io e la mia famiglia vivevamo nel padovano. La culla della Mala del Brenta.

Quando Felice Maniero si pentì, la popolazione veneta fece un bel respiro di sollievo.

Fu una bastonata alla schiena per la mafia del brenta ma non sufficente ad ucciderla. Infatti, nella cronaca regionale e nazionale articoli sulla mala del brenta che uscivano fuori.

Io e la mia famiglia abbiamo vissuto nella pianura veneta per ben sei anni, dal 2007 al 2013. In quel periodo si sentiva sussurrare della rara mala del brenta.

La storia della mala del Brenta

La mala del brenta nasce grazie alle mani di Felice Maniero che, come riporta lui nell’intervista qui in sovra espressione, per colpa di suo zio e suo padre anch’essi ladri.

Maniero e la sua banda, iniziano a rapinare ai furgoni di merci agrigole. Poi, pian piano iniziarono a fare qualche colpo in delle banche, a porta valori ecc.

I primi colpi si focalizzavano quasi tutti, sul territorio del padovano. Perché Felice Maniero abitava a Campolongo Maggiore.

Faccia D’Angelo, racconta a Saviano che in quella zona non c’era ricchezza, anzi l’opposto! Molto divertente il fatto che chiamavano una zona Corea. La chiamava così perché rappresentava la disperazione, la povertà di quel tempo per colpa della guerra.

Caso Pavesi

Il 13 dicembre 1990 Cristina Pavesi, 22 anni, fu uccisa involontariamente dalla Mala del Brenta.

Stava tornando a Conegliano, dove abita con mamma e papà, da Padova. Di colpo il boato di tre esplosioni, raffiche di kalashnikov. È l’assalto della banda di Maniero al vagone postale del Venezia-Milano, ma la rapina non va liscia, i protagonisti fanno saltare il vagone nel momento in cui passa il treno su cui viaggia Cristina. La studentessa viene uccisa dalle schegge del vagone dilaniato dal plastico, diventate proiettili. L’esplosione, udita a chilometri di distanza, ha fatto saltare in aria anche il suo scompartimento. In tredici restano feriti, lei non c’è più. Sette uomini, riconducibili alla banda di Maniero, vengono accusati di aver compiuto l’assalto al vagone.

Oggi, la ex villa di Maniero è stata concessa alla fondazione “Libera, Associazioni, nomi e numeri CONTRO LE MAFIE” a nome della martire Cristina Pavesi.

Spero che vi sia piaciuta questa piccola analisi della mala del brenta! Ho fatto qualche errore? Criticatemi qui, nella sezione commenti!

Francesco Affinito
Il mio nome è Francesco Affinito. Ho trovato le mie passioni, a mio avviso, molto tardi. Ho fondato questo sito perché avevo il desiderio di creare qualcosa per la comunità e di confrontarmi con essa.